Il progetto Workflow – Incontro al lavoro nasce sulla scia della collaborazione territoriale attivata dalla Provincia di Bergamo per affrontare la crisi ucraina apertasi nel febbraio 2022. L’azione solidale innescatasi ha visto immediatamente le Istituzioni lavorare in sinergia su tutte le necessità contingenti.
Nell’ottica di offrire un’accoglienza vera e attenta alla dignità della Persona si è ritenuto da subito di considerare la dimensione occupazionale, cercando di superare in fretta una logica assistenziale e spostando le energie su un’azione più inclusiva; questa convinzione ha portato ad immaginare ed attuare un modello di collaborazione semplice ed efficace.
Provincia di Bergamo con i Centri per l’Impiego, Caritas Bergamasca con i Centri d’Ascolto, Confindustria Bergamo con le imprese associate ed il Consiglio di Rappresentanza dei Sindaci di Bergamo con gli Ambiti sociali, hanno concordato un percorso nel quale ciascuno assolvesse al proprio “ordinario” compito condividendo le informazioni raccolte, seguendo un flusso preciso e lineare.
Nel contesto dell’accoglienza e conoscenza delle persone giunte sul nostro territorio, si è previsto di verificare la possibilità e l’interesse di ciascuna di esse verso la ricerca di un’occupazione. Operativamente Caritas, i servizi sociali e ogni altra realtà associativa del territorio che riscontri le giuste precondizioni, segnala ai Centri per l’Impiego i nominativi affinché attivino i percorsi di presa in carico tecnica e di alfabetizzazione, laddove si renda necessario dopo specifico approfondimento delle competenze linguistiche. I profili, in termini di competenze, vengono poi inviati a Confindustria che li “presenta” alle imprese associate e ne riscontra l’interesse mirato ad una possibile assunzione. Contemporaneamente ne raccoglie le posizioni aperte, al fi ne di condividerle con il servizio mercato del lavoro della Provincia. L’inserimento di queste informazioni in modo regolare dà fluidità al sistema, velocizzando l’incrocio domanda/offerta o l’attivazione delle politiche attive più opportune.
Questo modello, nato ed applicato inizialmente ai profughi ucraini, ha la virtù di adattarsi a qualunque situazione, ordinaria o emergenziale, generale o riguardante particolari marginalità. Se è stato sperimentato su precisi mondi economici è oggi estendibile ad ogni area occupazionale e ad ogni livello di competenza. Certamente la prima fase di accoglienza, gestita con particolare efficacia da volontari, è un valore aggiunto del progetto, ed il modello che ne consegue diventa particolarmente prezioso in contesti di fragilità, scarsa autonomia e difficoltà di accesso ai servizi.
UN PROGETTO DI:
“Anima mia canta e cammina,
anche tu, oh fedele di chissà quale fede
oppure tu uomo di nessuna fede,
camminiamo insieme
e l’arida valle si metterà a fiorire.
Qualcuno,
colui che tutti cerchiamo,
ci camminerà accanto.”
David Maria Turoldo (1916-1992)